Differenza tra concia al vegetale e concia al cromo

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Dopo aver preparato le pelli alla concia, eccoci davanti ai bottali, in cui potranno essere conciate le pelli o al vegetale o al cromo.

Qual è la differenza di questi due procedimenti?

Concia al vegetale

La concia al vegetale è la madre delle conce, poiché fu proprio solo con questa che, inizialmente, fino al XIX, si conciavano le pelli e da cui prende il nome “cuoio vegetale”.

Richiede specifiche conoscenze manuali, poiché in base alla quantità d’acqua e tannini utilizzati e ai tempi di essiccazione possono esserci diversi risultati (per questo ogni conceria ha la sua “ricetta segreta”) e soprattutto l’utilizzo di elementi al 100% naturali.

Per questo motivo è il tipo di concia più sostenibile a livello ambientale, ma anche quello più costoso.

Non a caso la concia al vegetale, rientra nell’arte conciaria italiana riconosciuta in tutto il mondo e appartiene ai distretti conciari più secolari e più esperti, come le concerie toscane, da cui acquisto i pellami per realizzare i miei prodotti.

Quali sono questi elementi vegetali utilizzati?

Si chiamano tannini, polifenoli antiossidanti contenute in tutti i vegetali, che aiutano a preservare i tessuti.
Per esempio, è grazie a queste sostanze se la pianta riesce a sopravvivere a condizioni climatiche estreme e se il legno degli alberi non marcisce a contatto con l’acqua.

Quanto è meravigliosa la natura?!

In alcune piante, come il Quebracho, il Castagno e la Mimosa, i tannini sono maggiormente concentrati, e sono proprio queste le piante che vengono utilizzate per l’estrazione destinata all’uso industriale.

Il procedimento di estrazione del tannino è fondamentalmente rimasto immutato nei secoli e consiste nel fare asciugare all’aria i tronchi delle piante sopracitate, sminuzzarli finemente e lasciarli in infusione con solo acqua a tempera di 100° o maggiore, essenziale per far rilasciare il nostro tannino.

Una volta terminata l’estrazione, il legno non viene gettato via, ma destinato o a centrali termiche o trasformato in pellet per stufe. Della serie “non si butta via nulla!”

L’infuso ottenuto viene quindi lasciato raffreddare, purificato et voilà, l’estratto di tannino è pronto per essere utilizzato nella fase di concia!

Inizialmente i tempi di produzione erano molto lunghi e potevano essere necessari anche mesi prima di ottenere il cuoio conciato al vegetale, che però non era molto flessibile e generalmente veniva utilizzato solo per calzature, alcune tipologie di borse e cinture.

Nei secoli gli esperti maestri conciatori si sono tramandati gelosamente i segreti di questo prezioso processo artigianale, fino ad ottenere un mix perfetto tra antiche ricette e tecnologie avanzate.

Oggi si usa principalmente la cosiddetta concia rapida in botte che consiste nell’immergere le pelli grezze nell’infuso di tannini all’interno dei bottali, i quali, grazie al movimento di rotazione e sbattimento, riescono a far penetrare maggiormente e più velocemente i tannini, ottenendo così, un cuoio più flessibile in pochi giorni.

Inoltre la quantità di tannini utilizzati varia molto in base al prodotto che si vuole realizzare, si va da un 15-20% per pelli piccole destinate a fodera o piccola pelletteria, mentre sarà superiore (40-50%) se il fine è il cuoio per suole.

Il cuoio, conciato al vegetale, avrà sempre un colore vicino al marrone, ma in base alla pianta, e quindi ai tannini usati , presenterà sfumature e tonalità differenti e rispetto ad una pelle conciata al cromo, la tempra del cuoio al vegetale è generalmente più rigido e compatto, anche se molto dipende dalle ricette e dagli ingrassi utilizzati.

Inoltre, con il passare degli anni, il cuoio assumerà un aspetto invecchiato, evidenziando i segni del tempo con alterazioni dei colori, che renderanno unico il tuo accessorio.

Concia al cromo

Sfatiamo innanzitutto un falso mito: la concia al cromo NON è nociva per salute dell’uomo.

Le sostanze pericolose che potevano essere contenute in essa sono state severamente vietate dalle normative dell’Unione Europea nell’allegato XVII del regolamento (CE) n.1907/2006, che prevede il bando dell’uso del Cromo VI, cioè il Cromo esavalente.

Nelle industrie conciarie appartenenti alla UE viene utilizzato solo il Cromo III, cioè il Cromo trivalente, che non presenta alcun pericolo per l’essere umano.

Alcuni soggetti potrebbero, però, essere allergici ai principi chimici contenuti in questa concia a base di sostanze minerali e in questo caso è consigliabile l’uso di pellami conciati al vegetale nel caso di accessori che vanno a contatto diretto e costante con la pelle come bracciali, cinturini per orologi e collane.

Chiarito ciò, iniziamo a spiegare questa tipologia di concia!

La concia al cromo è un processo di lavorazione della pelle relativamente semplice, economico e più recente, infatti fu brevetta solo nel 1910 e portò ad una significativa espansione e rivoluzione nell’industria della pelletteria.

Il procedimento si basa sulla capacità del cromo trivalente di formare complessi con i gruppi carbossilici del collagene della pelle, che si presenta sotto forma di sale, solubile in acqua, e dal colore verde.
Il risultato finale sarà un cuoio dal colore verde-azzurro, chiamato “wet-blue”.

Tale capacità di legame garantisce, anche con un utilizzo minimo di conciante, un adeguata stabilizzazione idrotermica e resistenza all’attacco batterico, consentendo un maggior assorbimento dei coloranti e ingrassanti.

La concia al cromo permette al cuoio ottenuto di avere, così, prestazioni più elevate in quanto sarà meno sensibile alla luce e quindi all’ingiallimento, avrà una maggiore durata dei colori e peculiari caratteristiche del fiore.

Inoltre i pellami hanno una grande versatilità e flessibilità tanto da poter essere utilizzati nell’ambito calzaturiero e dell’abbigliamento, pelletteria e anche nell’arredamento.

Il trattamento ha tempistiche molto più brevi rispetto al vegetale che vanno dalle 3-6 ore per pelli piccole e sottili ad un massimo di 20-24 ore per le pelli più pesanti.

Dal punto di vista ambientale, le aziende conciarie italiane stanno lavorando per riuscire ad riutilizzare e riciclare gli scarti contenenti cromo e da più di vent’anni sono impegnate nello studio e nella ricerca di soluzioni tese a ottimizzare il processo di questa tipologia di concia.

L’innovazione ha permesso alle concerie di ridurre il contenuto di cromo trivalente non fissato alla pelle, ed a introdurre prodotti antiossidanti a basso impatto ambientale.

Inoltre la gestione del cromo utilizzato in conceria è sostanzialmente migliorata negli ultimi anni grazie anche ad una migliore efficienza dei processi di concia, che sono soggetti al calcolo dell’impronta ambientale di prodotto, in conformità alle Leather PEFCR stilate nell’ambito dell’iniziativa Single Market for Green Products della Commissione Europea e l’industria conciaria italiana può vantare un elevato livello di sicurezza di prodotti e processi.

Vantaggi concia al vegetale

  • uso di sostanze naturali
  • ogni pellame e’ diverso dall’altro
  • impatto ambientale basso
  • possibilita’ di pellami con spessori elvati
  • adatta a persone allergiche

Svantaggi concia al vegetale

  • tempi lunghi e lavorazione complessa
  • difficile da replicare pellami uguali
  • gamma di colori limitata
  • costi alti di produzione
  • costi alti della materia prima

Vantaggi concia al cromo

  • tempi di lavorazione veloci
  • facilita’ di tintura
  • svariate possibilita’ di colori
  • elasticita’ maggiore
  • costi di produzione minori
  • elevata resistenza termica

Svantaggi concia al cromo

  • impatto ambientale maggiore
  • facile replicare pellami uguali in serie
  • aspetto meno naturale

Ed eccoci al bivio progresso contro natura, che ha da sempre giocato un ruolo fondamentale nelle decisioni aziendali e dei consumatori e in un mondo dove velocità e risparmio vengono ricercati dalla maggior parte dei clienti, a discapito dell’artigianato che prevede imperfezioni e costi maggiori, la scelta più scontata potrebbe essere la concia al cromo.

Il cuoio che si ottiene da entrambe le concie è un prodotto di qualità, duraturo nel tempo, destinato ad usi differenti e con un impatto visivo diverso.

E tu, tra una borsa realizzata con un pellame conciato al cromo, che costa €30,00 e una, uguale, ma realizzata con cuoio al vegetale, al prezzo di €60,00, cosa sceglieresti?

I miei prodotti sono realizzati con cuoio conciato al vegetale e il prezzo finale, oltre a tenere conto del lavoro artigianale, lo studio del modello, alla mia manodopera e ai costi di produzione, è calibrato anche sulla tipologia della materia prima!

Quindi si, i miei prodotti possono risultare più costosi rispetto ad altri, ma dietro c’è un’attenta ricerca della materia prima, rispetto del mio lavoro e tantissima passione, che mi porta a scegliere sempre il meglio per i miei clienti.

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